Hanno scritto dei lavori di Stefania De Salvador

Di certa arte italiana medievale e rinascimentale mi ha sempre attratto il paesaggio, quegli sfondi un po' anche misteriosi, metafisici, con tutta un'armonia di colline, piante e arbusti, la profondità e il contesto del racconto che ogni tela di questi grandi artisti in parte cela e in parte rivela in primo piano. E' il paesaggio che più conosco e mi appartiene, quello toscano, umbro e marchigiano delle radici.

In questa sua personale e giustamente arbitraria rilettura dei dipinti dell'arte adriatica, quella di Vincenzo Pagani, ma anche di Crivelli o Alemanno, Stefania De Salvador (che in questi posti ha affabulato il genius loci durante una residenza di anni) ha isolato proprio questa parte un po' segreta di certe tele mescolandola alle suggestioni della contemporaneità,  lavorando quindi sui cromatismi e i tagli di luce, sulle linee di demarcazione dello spazio e, naturalmente, sui colori delle colline e le marine del fermano, o i monti azzurri dei Sibillini di cui parlava Leopardi, cioè sul conio di uno dei territori più particolari dell'Italia.

L'esperimento mi pare particolarmente riuscito. Ne viene fuori un paesaggio altro, metafisico e lunare, molto spesso notturno, oscuro, fatto di contrasti, dominato dai gialli della terra e dall'azzurro o dei grigi del cielo dove non c'è quasi mai quiete ma un senso diffuso di minaccia, di inquietudine, alcune altre volte di angoscia esistenziale. Sentimenti ancora di più esaltati dall'armonia delle forme. Al centro di ogni quadro un albero o una fila di cipressi molto esili, quasi stilizzati, cespugli con le foglie percosse dal vento o in balìa della luce di un'alba, di un tramonto, o nel pieno di un temporale. Una natura che proprio per questo sentiamo umana, nella sua bellezza terrigna ma anche nello stato perturbante della sua continua metamorfosi.

Angelo Ferracuti - aprile 2012

Torna a Bazzano Stefania De Salvador con una nuova serie di opere che proseguono la sua esplorazione storica degli elementi del paesaggio nella pittura medievale e rinascimentale - concentrando stavolta il gesto pittorico intorno a un personale tempo interiore governato da alcune delle 'possibili' fasi del colore 'blu' - muovendo quindi - con ormai consolidata e sempre maggiore grazia - una rinnovata narrazione del proprio dialogo con l'esistente - tra percezione individuale e sguardo collettivo .

Stefano Massari - Febbraio 2012

OLTRE LA CITAZIONE

Con fiducia quasi a-storica nella figurativita' pura e nella sua permanente agibilita' estetica Stefania De Salvador compie un gesto intellettuale e tecnico che salta la modernita'. E' in buona compagnia in questi primi dieci anni del 2000: il Tullio Pericoli paesaggista, mi viene in mente, un po' per le strutture  e i colori  marchigiani, come marchigiani sono in gran parte i paesaggi di Stefania de Salvador; un po' per la luce smorzata anche se cercata in colori quasi puri. In piu', pero', De Salvador esplora il passato, quello dell'arte, guarda, ricalca, studia, tenta fino a trovare uno sguardo contemporaneo sulle opere del rinascimento incipiente. E qui, attraverso un occhio che deve tutto al contemporaneo (inteso come categoria dell'arte, non come fatto temporale) tanta applicazione regala un risultato che con sopresa, non deve nulla alla citazione: non siamo di fronte a un autore postmoderno, insomma. Il fare artistico di De Salvador si costruisce nell'attualita' del gesto perche' mettendo in atto la propria pittura prescinde dal materiale che su un piano di suggestione estetica l'ha evidentemente mossa. Cosi' riesce a scavalcare il suo proprio gusto, superare l'autorefernzialita' ed esplorare le strade della forma e del colore unite, riunite, come se questa unione di forma e colore, non solo ancora sia tracciabile, ma sia un approdo nuovo. Insomma oltre il citazionismo degli ultimi anni, oltre la neofigurativita' e risalendo e ripensando anche oltre la forza della materia che ha costruito in parte, l'informale. Nuova, insomma, Stefania De Salvador per quello che si puo' giudicare oggi, qui.

Pier Damiano Ori - Ottobre 2011

Per il secondo anno consecutivo il Comune di Pedaso ospita una personale di pittura di Stefania De Salvador, realizzata in collaborazione con l'Associazione Altidona Belvedere.

L'esposizione "Geografiche atmosfere" raccoglie oltre trenta opere suddivise in due sezioni. Una sezione propone tele liberamente ispirate a foto scattate dai fotografi dell'Associazione Altidona Belvedere Pacifico D'Ercoli e Andrea Del Zozzo, che offrono particolarissimi frammenti di paesaggi della campagna e degli orti della Valdaso.

L'altra sezione della mostra attesta la ricerca pittorica di Stefania De Salvador, orientata ad una personale attualizzazione della pittura di paesaggio medievale e rinascimentale, che consegue attraverso lo studio di trattati e delle opere monografiche dedicate ai pittori dell'epoca. Volge particolare attenzione al mondo vegetale, agli alberi come espressione piu' piena e sintetica del paesaggio. L'albero nel tronco e nei rami riprende le forme e i volumi dell'uomo, con il fogliame si fonde nella luce, assimila il cielo e ne riflette il chiarore, si perde e si amalgama nel cielo o nello sfondo immoto. L'albero E' spesso elemento centrale della composizione nelle due sezioni espositive.

Tutte le opere esposte sono segnate da una forte connotazione materica e realizzate con mescole di colore ad olio e polvere di marmo, sabbie, gesso acrilico su fondi dorati o caratterizzati da cieli non riconducibili ad una stagione precisa, come nel medioevo, o stemperati in morbidi cromatismi tipici rinascimentali, agli albori di quella visione del paesaggio e della natura fondata sulla conoscenza scientifica dei fenomeni atmosferici.

(da www.informazione.tv 16/08/2010)

"...il lavoro odierno di De Salvador, che ha come protagonista indiscusso il paesaggio, terragno o lacustre cosi' prossimo a quello dei dipinti di Piero della Francesca. Un paesaggio silenzioso, privato di ogni presenza umana, e che da questo vuoto prende vita e movimento. L'uomo, richiamato nei titoli ripresi da termini musicali o dai titoli di compositori classici, E' sostituito sulla tela da alberi o canneti, che qui diventano icona, unico punto di contatto fra terra e cielo, fra pesante e leggero altrimenti mai collegabili".

SERGIO ROTINO (L'Informazione di Bologna 11.12.2009)

C'e' nei quadri di Stefania De Salvador una pittura della voce che attrae in un vortice di sensazioni. E cosi' il cronista abituato a narrare eventi ogni sorta si trova a fare i conti con la narrazione pittorica. Ed E' una sensazione indescrivibile. Perche' si scopre una inedita   concezione dell'arte che ha il suo asse portante nell'estetica classica e nella grande tradizione artistica italiana.

Carlo Benedetti 2009 (http://puntofermo.livejournal.com/)

 

I dipinti ad olio di Stefania De Salvador sono in equilibrio tra materia e levita', alto e basso, contrasto di pesante e leggero, toni caldi e freddi, tratti sottili e tratti marcati che riportano alla grazia energetica dei movimenti tai-chi.

SUSANNA TARTARO (Curatrice di Fahrenheit Radio Rai 3)

Stefania De Salvador, nata nel 1961 vive e lavora a Bologna. Musicologa e pianista, si occupa da anni del rapporto musica-architettura e musica-pittura nel Rinascimento, pubblicando articoli su riviste specializzate e tenendo conferenze. Recentemente è stato pubblicato un suo saggio nel volume "Cronache dal Tecno-Medio-Evo" (Mimesis 2015). Ha frequentato l'Accademia di Belle Arti di Bologna come auditrice.

Ha collaborato con quotidiani nazionali e locali oltre a riviste specializzate occupandosi di arte, musica e spettacolo. Ha condotto programmi radiofonici dedicati alla musica antica e alla letteratura contemporanea presso emittenti bolognesi.

Cura l'ufficio stampa per diverse realtà artistiche e organizza eventi musicali e letterari.

Ha esposto i propri lavori in diverse mostre personali a Bologna, Bazzano, Porretta Terme, Bertinoro, in varie località della Provincia di Fermo e Macerata, a Policoro e in Lunigiana.

Biografia
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